martedì 2 febbraio 2010

DEVILMAN – THE MOVIE (Debiruman, 2004) di Hiroyuki Nasu

Dopo la recensione sulla trasposizione cinematografica live action del manga giapponese “Lupin III”, eccone una tutta nuova su una pellicola, ancora live action, tratta da un altro famosissimo manga giapponese, “Devilman”, creato nel 1972 dal grandissimo Go Nagai, autore di altri personaggi noti come “Goldrake” e “Mazinga”. L’unica affermazione giusta da fare è la seguente: un’opera cult come il fumetto originale avrebbe meritato maggiore rispetto e sicuramente non uno scempio del genere… Devilman – the movie (Debiruman, 2004) è di sicuro una trasposizione che definirla indegna è poco… peccato, perché il lavoro di Go Nagai ne offriva di materiale interessante: esso è a mio avviso uno delle migliori storie horror illustrate. La pellicola ha vinto, inspiegabilmente, il premio come “Migliori effetti speciali” all’Asia-Pacific Film Festival, ma, per fortuna, come – meritatissimo… – rovescio della medaglia essa si è aggiudicata anche il poco ambito premio di “Peggior film giapponese del 2004”… giustizia è fatta. Devilman – the movie è l’ultimo film diretto da Hiroyuki Nasu già malato di cancro durante le riprese e morto l’anno seguente all’età di soli 53 anni… R.I.P. Nonostante la mamma mi ha spiegato che non si dovrebbe mai parlare male degli assenti, la mia passione cinematografica mi ha insegnato, a sua volta, che ai morti si deve solo la verità… perciò caro Hiroyuki Nasu purtroppo ti devo proprio dire che hai realizzato una “porcata” di dimensioni inimmaginabili e forse inarrivabile per qualsiasi altro (inetto) regista tuo pari… R.I.P. lo stesso.
La storia per chi non la conoscesse racconta la vita di Akira Fudo, ragazzo che vive in casa di una sua compagna, Miki, dopo la morte dei propri genitori. Il ragazzo ha un rapporto di forte amicizia con Ryo, uno strano ragazzo il cui padre è stato trasformato in demone durante degli scavi che hanno riportato alla luce una tomba in cui vi erano i resti congelati di alcune entità demoniache. Ora i demoni, primordiali padroni della terra, vogliono riconquistare ciò che prima era loro e lo fanno utilizzando gli umani come degli involucri in cui vivere in simbiosi e trasformando quest’ultimi in esseri mostruosi. Anche Akira viene posseduto da un demone trasformandosi in Amon, una delle massime autorità dei demoni, ma egli, a differenza di tutti gli altri, riuscirà a mantenere un qualche cosa di umano – l’anima – e si imporrà come missione quella di difendere Miki da tutto il male che la circonda. La lotta tra il bene e il male ha per l’ennesima volta inizio…
Mi è veramente difficile fare una recensione decente di un film così indecente. Vi dico subito che delle quasi due ore di visione non sono riuscito a trovare anche un solo minimo particolare salvabile. Niente, vuoto, nulla assoluto.
Partiamo da un confronto tra movie e manga… l’approccio della pellicola è stato sbagliatissimo. Nulla è rimasto dell’atmosfera originale: i toni oscuri, il soffocante presagio di sciagura che avvolgeva le vicende dei protagonisti o il casto erotismo che vi era nel manga. Tutto sacrificato in favore di una cronologica rassegna di situazioni, attinte dal lavoro di Go Nagai e messe assieme in una sterile sequenza, piatta e priva di ritmo. L’approccio di Devilman – the movie è stato opposto a quello del manga: quest’ultimo guardava a suggestioni del passato, mentre il film ha chiaramente una visione "modernista", mettendo in scena un Giappone quasi fantascientifico. Ridicola la sostituzione della maschera di pietra, la quale narrava a chi la indossasse la storia dei demoni, con un visore futuristico. Inoltre questa modernizzazione la si può notare anche nella scena dell’assalto di casa Makimura, dove una folla invasata si appresta a fare irruzione credendo che al loro interno vi sia la presenza di alcuni demoni. Nell’opera di Go Nagai tale vicenda era una di quelle più suggestive di tutto il fumetto e richiamava, intelligentemente, la caccia alle streghe effettuata nei secoli scorsi, con la folla che attaccava l’abitazione brandendo bastoni con l’estremità avvolta dalle fiamme, nel film sostituite da torce elettriche, e terminando l’assalto con un rogo purificatore. Cambiamenti che ai più possono anche sembrare insignificanti ma che comunque corrompono e rovinano completamente l’atmosfera originale del fumetto. Cinematograficamente mi verrebbe da paragonare questo mutamento di atmosfera allo shock che ebbi passando da i due Batman di Tim Burton ai due di Joel Schumacher.
Veniamo ora alla realizzazione tecnica. Essa è sicuramente imbarazzante come tutti gli altri aspetti della pellicola. Non riesco proprio a spiegarmi come Devilman – the movie possa aver vinto il premio per i migliori effetti speciali… tale scelta non ha veramente senso e chiunque abbia visto il film non può che non essere d’accordo con il sottoscritto. Dopo la visione non si può non avere una sensazione di fastidio data soprattutto dalla consapevolezza di aver assistito ad un qualcosa che a mala pena può competere con gli standard (bassi) di un prodotto televisivo mediocre… mediocre perché i telefilm –i vari Lost, Prison Break ecc… – di adesso sono molto meglio curati tecnicamente di questo letale – per chi lo vede – jappo-movie, fidatevi. Nel lavoro di Hiroyuki Nasu si respira una imbarazzante atmosfera di dozzinalità e incapacità che difficilmente mi è capitato di riscontrare in un prodotto non amatoriale: si deve poi dire, inoltre, che il film aveva un budget più che decoroso, il quale si aggirava intorno ai 10 milioni di $ che per una produzione realizzata praticamente tutta in animazioni in CGI non sono affatto pochi. L’errore principale sta proprio in questo massiccio utilizzo di mediocre computer grafica, utilizzata soprattutto in quelle scene dove appaiono i vari demoni… vi giuro che più di una volta ho avuto l’impressione di trovarmi davanti ad un videogame di vecchi generazione… esatto, perché quelli di nuova generazione sono troppo ben realizzati. Ma il culmine del trash involontario lo si raggiunge nello scontro finale tra Amon (Devilman) e Satana: mai visto niente di più aberrante. Non so se qualcuno di voi ha avuto la (s)fortuna di giocare ad uno dei due giochi tratti da “I cavalieri dello zodiaco” usciti, ormai qualche anno fa, su Playstation 2… comunque assistere allo scontro finale tra i due nemici/amici è come assistere ad uno dei duelli “uno contro uno” che si poteva effettuare in tale videogame: grafica dozzinale, con un sfondo che sembra fatto con Paint proprio ad essere gentili e con i due contendenti che volano per lo schermo lanciandosi colpi degni del peggiore Cavaliere di bronzo… veramente da rimanere senza parole. La ciliegina – avvelenata – sulla torta è la seguente: tutta questa grafica CGI, oltre ad essere pessima, crea un netto contrasto con le poche scene girate dal vivo eliminando così ogni possibilità di suspence e di immedesimazione nello spettatore che non può non avere l’impressione di trovarsi di fronte ad un baraccone “no sense”… e purtroppo così è. Preferisco evitare di commentare le scene in cui immagini dal vivo e grafica in CGI coesistono sullo schermo perché qui dovrei scadere nel turpiloquio più accesso. Solo una parola: atroce.
Torniamo ora a sparare a zero sul povero Hiroyuki Nasu. Il film manca di un qualsiasi nesso logico: si ha l’impressione di assistere ad una serie di situazioni estratte dal manga di Go Nagai, ma non solo… infatti vi è anche la presenza di scene estrapolate dall’anime tratto, sempre dal lavoro del maestro Nagai, nel 1978. Questo non sarebbe un male se non fosse che l’anime e il manga centrano tra di loro come il cavolo a merenda. Vi basti sapere che nell’anime non vi è nessun riferimento alla figura cardine di Ryu Asuke. La pellicola saltella qua e là come una cavalletta impazzita e proprio per questo non può che lasciare quesiti ad un pubblico che non conosce il capolavoro disegnato del 1972: l’origine dei demoni al regista sembra proprio non interessare, alcuni personaggi chiave vengono relegati a camei senza senso, e comunque tutta la vicenda ha un che di superficiale molto fastidioso. Per concludere in bellezza, la pellicola ha una durata allucinante: 116 minuti per un film che praticamente non racconta niente, converrete con me che sono veramente troppi.
Visto che, comunque, non c’è mai limite al peggio, fatemi lapidare ancora un po’ questo Devilman – the movie. A dare il colpo di grazia – non che ce ne fosse bisogno onestamente – a questa trasposizione cinematografica ci pensa il casting. Chi ha scelto gli attori principali o era ubriaco fino al midollo o era sotto effetto di funghi allucinogeni. Per i due ruoli principali, quello di Akira Fudo e Ryu Asuke vengono scritturati i due fratelli Izaki – chiiiiiiiiiiiiiiiiii??????? – famosissimi in tutto il Sol levante per essere i membri della boy band Flame... un po' come se in un film europeo ci metteressero i Tokyo Hotel insomma. Essi ringraziano i produttori per la fiducia con una interpretazione agghiacciante, fatta di espressioni corrucciate, adatta al massimo ad un videoclip musicale. Pessimo. Gli altri (veri) attori non si elevano dall’anonimato con interpretazioni senza infamia e senza lode.
Peccato una grande occasione persa di rendere giustizia ad un capolavoro assoluto. Chi vuole vederlo è avvisato… e a quei pochi – spero – che piacesse consiglio un’altra imbarazzante trasposizione da un fumetto questa volta americano: Spawn (Id., 1997) di Mark Dippè. Sotto a chi tocca. Conclusione: all’inferno.

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