sabato 7 novembre 2009

CONDUCT ZERO (Pumhaeng Zero, 2002) di Cho Keun-Sik

Conduct Zero (Pumhaeng Zero, 2002) di Cho Keun-Sik è un film realizzato in Corea del Sud nel 2002 e presentato al “Far East Film” di Udine l'anno successivo. Per chi non lo sapesse il “Far East Film” è un festival, inaugurato nel 1999, interamente dedicato al cinema asiatico: esso è stato definito “la più ricca rassegna di cinema dell'estremo Oriente in Europa”. Il festival, oltre a ospitare le più recenti produzioni del cinema orientale, dedica ogni anno retrospettive specifiche su queste cinematografie sconosciute ai più. Tutto questo per dire come è strano il mondo... abbiamo una delle più importanti manifestazioni sul cinema d'Europa e pochissime persone ne sono a conoscenza, mentre del “Festival internazionale del film di Roma”, spocchiosa imitazione di rassegne cinematografiche ben più importanti, se ne occupano, giornalmente, tutti i telegiornali... ma la cosa più triste è che essi ne parlano solamente perché sta per arrivare la “coppia dell'anno” Clooney-Canalis... come direbbe Pino Scotto: “Vergogna... questa è l'Italia... puahh... – sputo! – parlate piuttosto di questi giovani che non trovano lavoro”...
L'opera prima del regista Cho Keun-Sik è stata, in patria, una vera e propria sorpresa al botteghino, dove è riuscita persino a tenere testa a Il signore degli anelli – Le due torri (The Lord of the Rings – The Two Towers, 2002), capitolo secondo della trilogia realizzata da Peter Jackson. Conduct Zero è una commedia, del genere di formazione, molto strana, in grado di passare con disinvoltura da situazioni paradossali, diciamo “da manga”, a scene più realistiche di cui alcune anche abbastanza cruente, soprattutto se confrontate con gli standard soliti di una commedia. L'intera pellicola verte intorno alla figura di Joong-pil, un “bullo”, re indiscusso della scuola superiore che frequenta grazie al suo pugno leggendario. Tutto fila liscio finché la sua cotta per una ragazza diligente, completamente diversa da lui, e l'arrivo di Sang-mahn, un altro giovane teppista, combattente formidabile grazie al suo coltello, metteranno a dura prova il suo trono di re. A questo punto il “nostro eroe” sarà costretto a dover scegliere tra l'amore e il rispetto... perché entrambi non sarà possibile ottenerli.
Io non sono un'amante delle commedie, anzi di solito le trovo scontate e noiose ed evito di guardarle: in tutta sincerità, preferisco quel cinema, che per un motivo o per un altro, ti tiene incollato alla sedia. Soprattutto, ho un'avversione per le commedie americane di “nuova generazione”, sullo stile di American Pie (Id., 1999) per intenderci, le ho sempre considerate stupide e per niente divertenti: tutta quella scorrettezza “politically correct” mi irrita – e non poco – ogni volta che ho la sfortuna di vedere una pellicola del genere. Considerazione personale: io non sopporto i film che non osano! Se una commedia – o qualsiasi altro genere di film – vuole essere “politically uncorrect” che lo sia fino in fondo. Nella mia recensione precedente ho accennato a 8 mm – omicidio a luci rosse (8MM, 1999): ecco, esso è l'esempio appropriato per spiegare quello che voglio dire. Il film di Joel Schumacher tratta un argomento di quelli che scottano – gli “snuff movie”, pellicole nelle quali le persone vengono uccise veramente dopo essere state torturate e violentate -, ma il regista newyorkese è un bluff... e il film è una “fuffa”. Joel Schumacher vorrebbe farci credere di essere davanti ad un “nasty movie” (ovvero un film cattivo, sporco e scorretto), ma nel momento clou quando c'è da dare la stilettata finale, perciò osare di più – appunto... –, ritira in maniera ridicola la mano, banalizzando e rendendo stupidamente innocuo un argomento, già di per se trattato in maniera superficiale, che meriterebbe un ben più approfondito sviluppo. Comunque, tornando alla commedia americana, secondo me il problema principale è che alla fine sono sempre le stesse situazioni, al limite del “pecoreccio”, ripetute all'infinito... a proposito di “pecoreccio”, c'è stato un periodo che mi sono interessato/appassionato alle italianissime “commedie scollacciate” degli anni settanta, ma è stato solo un fuoco di paglia, per mia fortuna. Però devo dire che le commedie orientali invece – preciso che non ne ho viste tantissime –, pur non facendomi impazzire, un po' mi affascinano... sarà forse per quel loro strano “sense of humour” che alla fine non è che si comprenda benissimo o per quelle situazioni, al limite del paradosso, che sembrano più adatte ad un “anime”, ovvero un cartone animato giapponese, piuttosto che ad un film vero e proprio, però devo ammettere che ogni tanto qualche sorriso convinto me l'hanno strappato. Mi riferisco in particolar modo ai film di Stephen Chow che sono arrivati anche in Italia: Shaolin Soccer (Siu Lam Juk Kau, 2001) e Kung Fusion (Kung Fu, 2004). Tra l'altro il primo film – consiglio spassionato – se potete, guardate la versione originale sottotitolata, perché quella italiana è scandalosa... oltre ad avere un doppiaggio ridicolo fatto da calciatori famosi (più o meno...) sotto effetto di alcolici – almeno spero per loro che fosse così – è stata inspiegabilmente tagliata: mancano all'appello più di venti minuti. Non è solo una questione di minuti mancanti, il fatto è che questi tagli hanno stravolto il senso della pellicola.
La commedia di Cho Keun-Sik è un film godibile, niente di eccezionale, ma comunque ben orchestrato dal regista. La pellicola è ambientata nel mondo delle High School coreane, e già questo è abbastanza per farci capire che il film tratterà, in particolar modo, il tema della violenza giovanile. Qui mi tocca fare una precisazione: Conduct Zero è ambientato negli anni ottanta e durante quegli anni le scuole coreane erano pervase da molta violenza. É perciò importante capire come in esse, spesso la “gerarchia” tra gli studenti fosse dettata dal valore di quest'ultimi nel combattimento, e come il più forte studente della scuola fosse una sorta di “re” al suo interno. Fa specie sentire che, come una delle cause scatenanti questa esplosione di violenza giovanile nelle scuole, venga indicato “sua Maestà” Bruce Lee: infatti parrebbe che i giovani di quell'epoca fossero ossessionati dalla figura di invincibile combattente che i film del “piccolo drago” dipingevano, tanto da generare una sorta di emulazione di massa. Il cinema sud-coreano è sempre stato molto attento a questo fenomeno di bullismo all'interno delle proprie scuole ed infatti nella maggior parte delle pellicole prodotte i giovani vengono dipinti come giovani teppisti – ma spesso anche come veri e propri “giovani gangster” – inclini all'utilizzo della forza fisica. A proposito di questo si possono fare due considerazioni: la prima è che spesso nelle pellicole, compresa Conduct Zero, i ragazzi delle scuole coreane sono divisi in bande e sono frequentissimi scontri tra esse soprattutto per motivi futili. Seconda considerazione: da questa rappresentazione della violenza giovanile non vengono escluse le ragazze. Nei film sud-coreani anch'esse si riuniscono in bande e sono molto inclini alla violenza. In Conduct Zero vediamo uno scontro tra una banda maschile e una femminile come se fosse la cosa più normale al mondo: ovviamente i boys le danno di santa ragione alle girls... forse in Corea del Sud il detto che dice “le ragazze non si toccano neanche con un fiore” non esiste! Comunque la violenza è presente anche nel film di Che Keun-Sik in cui, attraverso le avventure/disavventure del protagonista Joong-pil, il regista vuole farci capire come è difficile e complicato essere adolescenti nel proprio paese: ma il discorso può essere benissimo esteso a tutto il mondo. Il film essendo a tutti gli effetti una commedia non può trattare – anche se in maniera ironica – solo il tema della violenza giovanile ed infatti esso si intreccia con argomenti più consoni al genere come l'amore e l'amicizia: il primo bacio tra Joong-pil e Min-hee è tecnicamente realizzato in maniera impeccabile. Il regista attraverso continui stacchi della macchina da presa prima sul volto dell'uno poi sul volto dell'altro, con i due innamorati che aprono gli occhi per sbirciare a turno, riesce bene a trasmettere quel senso di insicurezza e fragilità emotiva che li pervade in quel momento. Però quello che colpisce maggiormente è il senso di disagio dei ragazzi sud-coreani che la pellicola trasmette: essi sono quasi tutti ragazzi in lotta con se stessi e con il mondo intero che vedono nella supremazia sugli altri l'unico motivo di rivalsa. Comunque il suo merito principale è stato quello di aver saputo amalgamare situazioni divertenti e paradossali con argomenti ben più seri e non di poco conto, ma senza mai calcare la mano ne sul lato comico ne su quello drammatico: tanto sono divertenti e fumettistici gli scontri all'inizio della pellicola – combattimenti che fanno il verso a Matrix (The Matrix, 1999) – tanto è violento e crudo il duello finale. In questo modo Conduct Zero riesce a toccare diversi temi che vanno dal disagio giovanile, appunto, al primo amore, senza tralasciare magari altri argomenti, i quali però vengono solo accennati come per esempio la pornografia: divertentissima la scena in cui Joong-pil cerca di rifilare dei disegni pornografici a due ragazzini, ma essi non li vogliono acquistare perché cercano esclusivamente disegni con Topolino e Minnie.
Devo dire che, dopo quest'attenta analisi/riflessione, ho accantonato anche i pochi dubbi che la visione della pellicola mi aveva lasciato e perciò mi sento di consigliare questo film a chi ha voglia di vedere qualche cosa di diverso dal solito o si voglia avvicinare al cinema orientale senza particolari difficoltà o patemi d'animo. Conclusione: profumo d'Oriente.

10 commenti:

  1. Io guardo sempre molto volentieri le commedie. soprattutto quando non si ha voglia di seguire un film impegnativo, diventano un "passatempo" piacevole. Così dopo Kung Fusion e Shaolin Soccer(altro che ubriachi i calciatori, sono proprio dei cani a doppiare!!d'altronde non è il loro lavoro)...proverò a guardare anche questo...

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  2. Beh, non è colpa di nessuno se guardando American Pie ti aspetti una commedia capolavoro e realmente "politically uncorrect". Guardati i divertentissimi Superbad, Knocked up o Strafumati, insomma guardati la commedia americana newyorkese di Apatow, in varie e diverse vesti, invece di American Pie o Maial College. Queste ultime sono commedie per tredicenni ed è come guardare Twilight aspettandosi Vampires di Carpenter.

    Jimmy

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  3. Buona recensione, mi hai quasi convinto a vedere questo film, anche se il genere non mi entusiasma. Il doppiaggio penoso rovina davvero alcuni film (mi riferisco soprattutto Shaolin soccer).
    La citazione di Scotto è semplicemente straordinaria!

    Mr B.

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  4. Beh che dire...mi dispiace sono scettico ma se solo le battute orientali di qst film si avvicinano anche solo un minimo a quelle di shaolin soccer ... sono sicuro che non lo guarderò: terribile! :-). Credo nn ci si possa aspettare granchè da commediole da botteghino come american pie (che tra le altre cose ha aperto un filone incredibile e quasi da definire triste)...non si può pensare che raggiungano la sagacia e l'ironia di commedie come quelle di woody allen ... ma senza scomodare gli dei personalmente commedie "idiote" come Boat Trip (con un signor attore come cuba gooding jr), Zohan, waterboy (Adam sandler) o molto meno "idiote" come febbre a 90, l'importanza di chiamarsi Ernest, qualcosa è cambiato... credo abbiano intuizioni e battute geniali.
    Però credo anche che l'obbiettivo delle commedie sia per la maggior parte di essere allietare per 1h e mezza lo spettatore senza l'obbligo di dimostrare chissà cosa...semplicemente intrattenere e divertire.
    Cmq bella recensione pippo...solo mi stavo perdendo un pò sulla divagazione di 8mm...;-)...

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  5. Sono perfettamente d'accordo con te sul fatto che in Italia esistano rassegne cinematografiche oppure mostre d'arte o eventi importanti che non vengono minimamente pubblicizzati x dare spazio solo a quello che il grande pubblico vuole: scopiazzate " mostre del cinema" dove si possa parlare soprattutto della "coppia del momento" oppure del vestito indossato in passerella dall'ultima ex velina (o quello che è) ora "lanciatissima" nel mondo di celluloide (sparirà dopo 1 o 2 film "panettone"?)!!
    La recensione è veramente interessante anche se, sono sincera, non so se guarderò mai questo o altri film asiatici: giuro che non è x cattiveria o x razzismo ma io, che sono così poco fisionomista, mi trovo, purtroppo, veramente in difficoltà nel riconoscere i vari protagonisti (figuriamoci che x più della metà di un film ho creduto che Leonardo Di Caprio e Matt Damon fossero la stessa persona: è stata dura capire la trama!).
    Ciao
    Anassor

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  6. Prima sensazione a caldo vedendo la locandina del film... MMM CHE SCHIFO!!
    Su sky ho visto passare film dell'est asiatico e ogni volta che sentivo doppiaggio pietoso o tempi lunghi e infiniti da poltrire per ore...mi ripromettevo di non vederne più!!
    Obiettivamente la recensione ha fornito qualche chiave di lettura più interessante e, essendo uno spettatore di commedie, credo che il film in analisi possa anche essere visionato ;-)
    Mi aspettavo che entrassi un pò prima all'interno dei meandri di trama e sviluppo temi ad essa legata, nonostante ciò le varie parentesi erano interessanti e le ho lette con piacere. Bravo Pippo!

    Avrei una richiesta da fare a sommo cineasta... Settimana scorsa mi è capitato di vedere un thriller chiamato PROSPETTIVE DI UN DELITTO (2008) su cui non esprimo ora un mio giudizio ma se fosse possibile vorrei una recensione in merito per poi confrontarci insieme in un secondo momento!

    Grazie, Sergione

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  7. Buona recensione, mi avresti convinto a guardarlo ma purtroppo non posso per la mia poca simpati verso i musi gialli
    Ciao alla prox

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  8. Nonostante le belle parole che hai speso per questa commedia, credo proprio che non mi convincerai a vederla. Ma solo perché io, come alcuni dei tuoi lettori, non è un grande amante dei visi gialli. Mi perdo via. Non riconosco i personaggi. Li confondo... e altro ancora! Si è scandaloso, lo so, ma mi succede solo con i film orientali!
    Ma, mie scemate a parte, altre cose mi hanno colpito nel tuo intervento.
    In primis la tua breve riflessione sui festival in Italia! Ogni anno mi stupisco, sempre più, su come il “Festival internazionale del film di Roma” (è lecito chiamarlo tale dato che di film indipendenti, emergenti ecc... praticamente non se ne parla????) stia diventando una manifestazione tutto fumo e niente arrosto – ha più le sembianze di un MTV Awards sponsorizzato da Blockbuster e Tv Sorrisi & Canzoni!!! Quando ci sono dei Festival interessanti in Italia praticamente nessuno ne parla, nel mio caso parlo del “Bergamo Film Meeting” che ho avuto la fortuna di poter seguire alcune volte, come spettatore, ma di cui non ho mai sentito nulla in tv... forse, a suo tempo, non ne ha parlato neanche il Tg3 della Lombardia... ma aimè, è inutile che mi dilunghi, ha ragione Pino Scotto!!!!!!!
    Sul discorso Commedia mi trovi completamente di parere diverso un po’ su tutto!!
    Da grande amante di Billy Wilder ho sempre maturato un grande interesse per questo genere – soprattutto per la commedia all’italiana – che, a mio avviso, a volte ha saputo raccontare certi cambiamenti e certe situazioni (negative) dell’Italia meglio di certi film “di denuncia”... Ma a parte questo, che male c’è se un film è divertente e stop? Se una commedia non osa allora è da buttare?e perché mai? Un film, una commedia, possono invece esser semplicemente dei momenti di sano “svago”, del divertimento fine a se stesso...senza mille menate di contorto. Ma non mi dilungo dato che anche in questo caso sono considerazioni personali.
    Dovevo aggiungere altro ma mi sono dilungato troppo questa volta...

    Ah per finire credo che il momento “commedia sexy all’italiana” sia arrivato (e arrivi) un po’ per tutti e passi per tutti così velocemente come era arrivato... Veltroni escluso.

    Dav

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  9. Ciao! Il mio giudizio sulla Commedia e' ovviamente generalizzato.. Ma non potevo certo dilungarmi in spiegazioni.. Gia' i miei blog sono lunghi.. Non e' non mi piace nessuna commedia: Frankenstein Jr e' uno dei miei film preferiti!!! Io mi stavo riferendo soprattutto alla commedia americana degli ultimi anni, quella sullo stile di American Pie.. Sul fatto di osare invece riconfermo il mio punto di vista: un film che promette certe situazioni "forti" e poi non le mantiene perche' non osa spingersi + in la' della linea del "moralmente accettabile" e', a mio avviso, un fim concettualmente sbagliato a priori!!! Ma questo discorso puo' essere esteso ad ogni genere cinematografico. Comunque per quanto riguarda le commedie la mia conoscenza e' veramente limitata percio' e' molto facile che mi sbagli..

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  10. Bella,anche se non guarderò il film...non riesco a vedere negli attori asiatici dei grandi attori e di conseguenza dei grandi o bei film...
    speck

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