martedì 17 novembre 2009

2000 MANIACS (Two Thousand Maniacs, 1964) di Herschell Gordon Lewis / 2001 MANIACS (Id., 2005) di Tim Sullivan

Nuovo post e novità assoluta! Due film al prezzo di uno... e pensare che non siamo neanche in periodo di saldi! Vedendo la lunghezza dei miei elaborati precedenti, non so se per voi è un bene o un male... comunque non preoccupatevi, il mio obbiettivo non è quello di “parlarvi” di due film, ma fare un discorso univoco prendendo spunto da entrambe le pellicole. Come si potrà ben capire dal titolo dei due film, ovvero 2000 Maniacs (Two Thousand Maniacs, 1964) di Herschell Gordon Lewis e 2001 Maniacs (Id., 2005) di Tim Sullivan, essi sono collegati; più esattamente il secondo è il remake del primo. Ed è su questo che voglio focalizzare la mia attenzione: su come un soggetto venga “modernizzato” e reinterpretato per renderlo fruibile agli spettatori dei nostri tempi. Perciò non mi resta che darvi il benvenuto al mio personale “Grindhouse”... Ma cosa diavolo è un Grindhouse??? “A Grindhouse is an American term for a theater that mainly showed exploitation films. [...] Grindhouse films are also referred to as exploitation films. Grindhouses were known for non-stop programs of B movies, usually consisting of a double feature where two films were shown back to back. [...] Grindhouse films was dominated by explicit sex, violence, bizarre or perverse plot points, and other taboo content...”. Si spengano le luci in sala e si dia inizio allo show...
Pellicola prodotta in grande povertà di mezzi, realizzazione grezza e approssimativa, inquadrature – spesso sbagliate... – fisse con pochi movimenti di camera, interpretazioni ridicole – la protagonista, Connie Mason, è un'ex coniglietta di Playboy – che fanno accapponare la pelle, musica country delirante e colonna sonora fastidiosa, sangue che sembra ketchup... eppure 2000 Maniacs è un cult assoluto... un film che tutti dovrebbero aver visto almeno una volta. Mamma mia, che lavoro leggendario girato da un regista altrettanto leggendario, H. G. Lewis soprannominato “the wizard of gore”, inventore e maestro indiscusso del genere “splatter” - dal verbo “to splat” che sta ad indicare lo schizzare del sangue – e creatore di pellicole troppo “tutto” per poter essere raccontate... delle vere e proprie delizie insomma! 2000 Maniacs è il secondo film diretto dal regista, dopo il trashissimo Blood Feast (Id., 1963): quest'ultimo è sicuramente meno riuscito e ancora peggio realizzato della pellicola in questione, ma è stato una grande scommessa vinta al botteghino... infatti dopo l'inaspettato boom di tale film H. G. Lewis avrebbe dichiarato: Hey, se questo filmaccio di merda ha fatto un mucchio di quattrini, cosa succederebbe se ne facessimo uno veramente buono?, e da qui nasce l'idea di girare 2000 Maniacs, il quale narra le vicende di tre coppie “yankee”, ovvero nordamericane, che finiscono “per sbaglio” a Pleasant Valley – “la valle del piacere”, nome che è tutto un programma –, uno sperduto paesino del profondo sud degli Stati Uniti. Essi giungono in tale luogo proprio nel periodo in cui si commemora il centesimo anniversario di un avvenimento particolarmente importante per la piccola cittadina e, proprio per questo motivo, vengono accolti come ospiti d'onore di tali festeggiamenti; il problema è che i sei ignari turisti non sanno che tutti gli abitanti di Pleasant Valley sono dei folli maniaci – da qui il titolo del film... – pronti, più che a far festa, a fargli “la festa”... e che festa... una gran festa con fiumi di emoglobina rossa!
Questo film è un “must”, e non mi stancherò mai di dirlo... è un insieme incredibile di scene cult e trash degne di entrare nella storia del cinema di serie B... ma la cosa che colpisce di più è il clima che si respira in tutta la pellicola: gioviale, burlesco, ci sono efferate uccisioni e tutto sembra una farsa, un carnevale rosso sangue... geniale, nient'altro da dire! Il regista è stato capace di inserire situazioni tipiche dei più violenti horror in una pellicola che a guardarla con attenzione sembra una commedia, perché essa ha veramente un impianto da commedia. Vedere tutta la popolazione divertirsi da matti quando i turisti vengono trucidati nei modi più “strambi” è qualcosa che non ha prezzo... per tutto il resto c'è Herschell Gordon Lewis: una ragazza viene legata per mani e per piedi a quattro cavalli, il risultato ve lo potete immaginare da soli... un altro sventurato viene buttato giù da una collina dentro una botte chiodata – rivisitazione del supplizio di Attilio Regolo – finendo ben infilzato in ogni dove... ma il climax di humour nero si raggiunge quando una giovane donna viene legata a terra con sopra un'enorme pietra e i popolani devono cercare di colpire un bersaglio per far cadere il macigno! Vedere la popolazione lanciare la pallina da baseball per colpire il bersaglio e intanto divertirsi in maniera spropositata è qualcosa che non ha prezzo... per tutto il resto c'è, sempre lui, Herschell Gordon Lewis... giù il cappello e solo applausi!!!
2001 Maniacs segue quasi linearmente il plot della pellicola originale... la storia subisce pochi cambiamenti e per niente influenti sul proseguo della vicenda. Però il film è stato ovviamente riadattato, o come dicevo nell'introduzione modernizzato, in modo da essere “vendibile” ai giorni nostri: il problema è che questi ammodernamenti sono le parti peggiori di un film comunque godibile e divertente. Tra l'altro il remake è prodotto anche da Eli Roth - regista di Hostel (Id., 2005) - il quale appare all'inizio in un cameo veramente delirante! Come quasi ogni horror post Scream (Id., 1996) anche in questo lavoro di Tim Sullivan largo spazio ad un cast poco più che adolescenziale... non mi soffermo sulle interpretazioni perché sarebbe un po' come sparare sull'ambulanza. Tra gli attori ne cito solo uno, anche perché è l'unico che conosco: nella parte di Buckman, psicopatico sindaco della cittadina, c'è Robert “Freddy Kruger” Englund, il quale domina, in lungo e in largo, tutto il film con la sua interpretazione completamente fuori dalla righe. Mi ricordo di un film di qualche anno fa, di cui ora mi sfugge il titolo, il quale venne anticipato da un lancio pubblicitario che prometteva molto sangue: “Oh yes, there will be more blood”. Ecco, questo slogan calzerebbe a pennello anche per la pellicola in questione; peccato che sangue non sia per forza sinonimo di tensione: infatti sotto questo aspetto il film langue molto... insomma ci troviamo di fronte a parecchie situazioni cruente ma per niente tese... scordatevi scene al cardiopalma alla Saw – l'enigmista (Saw, 2004) per intenderci, ma questo non è per forza un male, in quanto il regista cerca di ricreare la “spensierata” atmosfera - non riuscendovi in pieno, a dir la verità - di 2000 Maniacs. Veniamo al sangue... 2001 Maniacs è molto più violento e sanguinolento del film che riprende, ma vi è da dire che tra un'opera e l'altra ci sono più di quarant'anni di differenza e perciò l'effetto che fece il film di H. G. Lewis ai suoi tempi - il suo primo lavoro fu uno shock incredibile - non è nemmeno paragonabile al (non) effetto che fa, ai nostri giorni, il suo remake. Tra le scene più “forti” del rifacimento vi è sicuramente un'evirazione a morsi, mentre viene riproposta, con molti più dettagli truculenti, la scena dei cavalli: essa è l'unica uccisione identica in tutti e due i film.
Dicevo in precedenza che il “fattore restyling” è la parte peggiore del film... analizziamo questi cambiamenti un po' più nel dettaglio. A sostituire le tre coppie “qualunque” della pellicola originale, le quali a mio avviso funzionavano benissimo, ci sono questa volta otto personaggi: tre ragazzotti in cerca di sesso - e cosa se no?! -, un altro trio formato da due “gnocche” - potevano mancare?! certo che no - e un omosessuale, ed infine una coppia di “cattivi ragazzacci” formati da un nero e dalla sua “bad girl” asiatica - viva la par condicion -. Già con queste scelte il film, a mio parere, perde molto, perché l'humour e il clima da farsa che pervadeva 2000 Maniacs qui si trasforma in una serie di battutacce e situazioni tipiche da commedia sulla falsa riga di American Pie (Id., 1999). C'è da far notare però, in difesa di Tim Sullivan, che quando c'è da calcare la mano egli non si tira certo indietro: dopo una sfilza di battute a doppio senso sull'omosessualità della “checca” del gruppo, il regista gli cuce addosso una fine ad hoc... infilzato da un lungo “spiedone” che ovviamente lo penetra da dietro... e che si fottano i ben pensanti... più “politically uncorrent” di così! Ma la metafora sessuale non si ferma certo qua. Dopo i primi trenta minuti in cui c'è una grande abbondanza di “tette e culi” generosamente offerti dalle attrici - ??? - finalmente il film prende la piega giusta... quella rosso sangue! È interessante notare lo stretto rapporto che vi è tra sesso e morte in questo remake: poco più di dieci anni fa, in Scream, durante un party Randy, un ragazzo cinefilo appassionato di horror, elenca le regole per sopravvivere in ogni film dell'orrore. Tra di queste, la prima era “Non fare sesso”, evidentemente però i protagonisti di 2001 Maniacs non erano a conoscenza di questo decalogo, infatti essi vengono quasi tutti trucidati durante rapporti più o meno amorosi: la prima vittima spera di appartarsi con il bello del villaggio, ma si ritrova legata a quattro cavalli pronti a correre in direzioni opposte... un ragazzo, convinto di aver fatto centro con la milf - mother I'd like to fuck - di turno, viene “invitato” a bere dell'acido proprio durante un amplesso rimediando qualcosina in più di un piccolo bruciore di stomaco... lo sfigato del gruppo rimane vittima di un rapporto orale letale... e a ben vedere la metafora sesso/morte continua con la sodomizzazione dell'omosessuale grazie ad uno “spiedone”, il quale è chiaramente una rappresentazione fallica.
Ultima nota sul finale di entrambe le pellicole. I due “the end” sono molto simili ma forse, io preferisco il finale del film del 2005 con il colpo di scena finale, anche se oramai quasi tutti i prodotti horror hollywoodiani finisco in tale modo perciò non è che sia proprio quel gran colpo di scena. Il finale del lavoro di H. G. Lewis è più di impianto classico, bisogna sempre considerare però che il film ha più di quarant'anni sul groppone. Alla fine comunque sono due film, a mio avviso, da vedere: il primo è un mio “personal cult” e non posso che consigliarlo vivamente, mentre per quanto riguarda il suo remake... sicuramente ci sono modi migliori di passare meno di due ore... ma altrettanto certamente ce ne sono anche di molto peggiori! Conclusione: two film is megl che one.

6 commenti:

  1. Direi assolutamente interessante questa recensione, ricca di citazioni divertenti e sicuramente fonte di visione e di stimolo per chi la legge!!!
    Da come lo descrivi, senza averlo mai visto, sia lo spiedone sia l'evirazione orale mi han messo il sorriso sulle labbre più che paura ;-)
    Visto che lo citi come riferimento di sangue e pathos ed essendo un cultore della saga, mi piacerebbe in futuro un'analisi di Saw per capire se dal punto di vista tecnico è un buon o pessimo film....
    Un abbraccio dal tuo fedelissimo fan!!!

    Sergione

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  2. Mamma mia!!!Pensavo di aver visto tutto, in termini di violenza, con Martyrs... ma probabilmente non è così... Si tratterà sicuramente di una violenza diversa, più "spettacolare", classica del film splatter, quindi da non paragonare a quella di Martyrs. Comunque non so se riuscirei a reggere questi due film, anche se il sangue sembra ketchup.. Cmq bella recensione!! Riesci sempre a rendere l'idea di ciò che è il film, grazie a citazioni, freddure e rievocazioni di altre pellicole!!

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  3. Bella recensione, divertente e piena di collegamenti con altri film!
    Sempre più geniali le citazioni e, mi sembra, più sciolta e scorrevole la scrittura,ma....un un film un pò più "normale" noohoo?!!
    anassor

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  4. Bella recensione ma purtroppo ennesimo film che non ho visto, ti prego recensisci qualche film un pò più conosciuto. Grazie

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  5. Complimenti per la recensione, sinceramente interessante e godibile. Sui film non saprei, di sicuro preferirei vedere il primo anche se agli spargimenti di sangue preferisco la suspence.

    Mr. B.

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  6. a parte le prime 3 righe e l'ultima : ) dire che è scritta bene anche se purtroppo non guarderò il film
    speck

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