domenica 18 ottobre 2009

CHE LA FINE ABBIA INIZIO (Prom Night, 2008) di Nelson McCormick.

La scelta di questa pellicola, a cui do l'onore di aprire il mio blog dedicato al cinema, penso che lascerà di gesso la maggior parte di chi legge questo articolo – sempre che qualcuno lo legga :) – per diversi motivi, il primo dei quali penso sia semplicemente perché nessuno la conosce... e per nessuno intendo proprio nessuno. In effetti anch'io prima di comprarla, questa “perla” cinematografica, non sapevo cosa fosse. Un altro motivo per cui questa decisione potrebbe sorprendere è che, di solito, quando uno apre un blog – o un sito – come prima recensione posta qualcosa di memorabile su un film di quelli che fanno dire “eeeehi, ma questo ne sa di cinema” o cose del genere... non so... un film della Nouvelle Vague, della New Hollywood o qualche “chicca” asiatica che fa tanto colto, e soprattutto fa tanto moda. Io invece ho deciso di partire con una pellicola sconosciuta e di cui ero consapevole che al 99% sarebbe stata pessima. Ma non per autolesionismo, l'ho fatto per un motivo specifico... tale pellicola è un remake, ovvero un rifacimento di una pellicola precedente... e il mio scopo era intavolare una discussione sui remake tanto in voga in questi ultimi anni. La scelta è ricaduta su questo film di Nelson McCormick principalmente perché l'originale Non entrate in quella casa (Prom Night, 1980) di Paul Lynch era un film mediocre. Se vi state chiedendo il come mai di una scelta del genere ve lo spiego subito: volevo togliermi la curiosità di vedere un rifacimento senza essere influenzato in nessun modo dal valore del film originale. Io sono convinto che la maggior parte di chi rifiuta i remake lo fa per due motivi, il primo è che essi vengono stroncati a priori perché fa molto “figo”... stesso discorso di prima, per dimostrare di essere colto, cinematograficamente parlando, ti deve piacere solo certo tipo di cinema, e un remake è un rifacimento quindi è indegno già in partenza; secondo punto, e ben più interessante, è perché li si confronta con l'originale... cosa facile e istintiva, ma controproducente, perché è veramente difficile – se non impossibile – che un rifacimento sia anche solo paragonabile all'originale. E soprattutto perché partire da questi presupposti non permette di essere pienamente obbiettivi nelle proprie valutazioni. Allora mi sono posto la seguente domanda: “ehi pippo, secondo te (ogni tanto mi capita di parlare da solo...) cosa succederebbe se al posto di un remake di un cult ti guardi il rifacimento di un film mediocre?” Ah, naturalmente poi mi sono anche risposto: “non lo so, però ci proverò”. E ci ho provato... perché credo veramente che guardare un film senza sentire il “peso” della pellicola a cui si rifà può essere di aiuto in caso di un remake... purtroppo questa volta mi è andata malissimo, Che la fine abbia inizio (Prom Night, 2008) è veramente un film pessimo, però almeno la mia valutazione è stata obbiettiva... anche perché niente, in questo specifico caso, avrebbe potuto salvare la pellicola di Nelson McCormick dalla meritatissima condanna con tutte le aggravanti del caso.
Ecco un film veramente inutile... remake di un film forse non così altrettanto inutile ma quasi, ovvero Non entrate in quella casa di Paul Lynch con la "Scream Queen" indiscussa degli anni '80 Jamie Lee Curtis. Io di principio, a differenza di molti altri, non sono contro il remake in se, ma sono contro l'eccessivo utilizzo di questo espediente da parte di Hollywood... anche se sono perfettamente conscio del fatto che essere innovativi in un genere così logoro, come è quello horror, è molto difficile! Proprio per quest'ultimo motivo ho accettato di buon grado i remake di questi ultimi anni, come, per esempio, quelli di Non aprite quella porta (The Texas Chainsaw Massacre, 1974) di Tobe Hooper e di Le colline hanno gli occhi (The Hills Have Eyes, 1977) di Wes Craven, rispettivamente ad opera di Marcus Nispel ed Alexandre Aja (a mio avviso, nuovo “enfant prodige” del genere in questione); in fondo l'attualizzazione di un cult vecchio vent'anni può avere le sue ragioni e i suoi effetti benefici: primo fra tutti, incuriosire e "tentare" coloro che non hanno visto la pellicola originale. Posso farvi un esempio in merito, il quale però uscirà dal campo che stiamo trattando, ovvero quello del remake nel senso più stretto del termine: dopo l'uscita di Kill Bill (Id., 2003) di Quentin Tarantino, Lady Snowblood (Shurayuki-Hime, 1973) di Toshiya Fujita, vecchio "exploitation" giapponese al quale il buon Quentin si è chiaramente ispirato per la sua pellicola, ha assunto fama di cult tanto da meritarsi pure una distribuzione italiana in un cofanetto a due dvd comprendente anche il capitolo secondo. Ovviamente sarebbe stato facile prevedere, che senza il film di Tarantino, Lady Snowblood sarebbe rimasto nel dimenticatoio e molto probabilmente per sempre. Il mio consiglio, per quanto riguarda i remake, è di cercare di guardarli e giudicarli per quello che sono effettivamente – anche se, come dicevo nell'introduzione, non è facile – e non accostandoli all'originale: il già citato Non aprite quella porta di Marcus Nispel è, a mio avviso, un film discreto, ma se stupidamente lo si confronta con quello di Tobe Hooper è ovvio che non si può fare a meno di massacrarlo. Dopo aver parzialmente difeso il remake - ma più come concetto che come film – non posso però non constatare che la maggior parte di essi sono film mediocri o addirittura pessimi: tra di essi è impossibile non citare il letale – per chi lo guarda – The Fog (Id., 2005) di Rupert Wainwright remake nell'omonimo cult di John Carpenter e Il prescelto (The Wicker Man, 2006), film con Nicholas "ho una sola espressione" Cage, rifacimento della pellicola con protagonista Christopher Lee.
Veniamo al film in questione finalmente... Che la fine abbia inizio è un film incredibilmente brutto, ridicolo – pure noioso – e mal recitato, che se non fosse per le protagoniste molto glamour e l'ambientazione tipicamente americana – festa di fine anno – molto probabilmente sarebbe facilmente confuso per una di quelle pseudo-pellicole "crucche" che "infestavano" qualche anno fa rai2 il sabato sera (alzi la mano chi non ha avuto al sfortuna, almeno una volta nella vita, di vedere Nel segno del giallo...) perché il film di Nelson McCormick è veramente di una povertà disarmante. Il regista, al suo esordio cinematografico ma già autore di diversi episodi di vari telefilm, ci propone una sorta di incrocio – tra l'altro mal riuscito – di un pessimo teen movie e un thriller/horror di serie Z... forse sarebbe meglio dire di serie Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz... infatti fa veramente dormire! La storia è la seguente: Donna, un'adolescente, torna a casa una sera e scopre il padre e il fratello uccisi ed assiste, inoltre, al massacro della madre da parte di uno psicopatico che viene in seguito arrestato. Tre anni dopo ritroviamo la protagonista alle prese con la preparazione dell'importantissima festa di fine anno. Essa sta cercando, con difficoltà, di ricostruirsi una vita assieme agli amici ed al suo ragazzo Bobby, ma purtroppo per lei il passato non la vuole lasciare in pace, infatti chi ha compiuto quella strage è fuggito dal carcere e ha raggiunto l'hotel in cui sta celebrando proprio tale festa di fine anno, che ovviamente si trasformerà in un incubo (a dir la verità neanche più di tanto...). Punto e a capo. Mi è difficile scrivere di un film come questo perché raramente mi è capitata tra le mani una pellicola dove non ci sia nulla di buono, ma in questo caso è proprio così: assolutamente niente di Che la fine abbia inizio merita di essere salvato!!! Adesso "sputerò" – credetemi, dopo uno scempio del genere nessun termine è più adatto - qualche sentenza veloce perché il film non merita di più: lo psicopatico, interpretato – ??? – da Johnathon Schaech, penso sia il peggiore mai apparso su uno schermo cinematografico – ma anche televisivo –, ma anche gli altri interpreti sono incredibilmente pessimi... quasi quasi fanno rimpiangere gli attori dei film di Herbert Gordon Lewis (massimo rispetto per lui, inventore del gore, ma non per i suoi attori). Per non dubitare di ciò, guardatevi le facce che fanno quando vengono uccisi alcuni personaggi... ahahahah, da piangere dal ridere. Ma il problema non sono solo gli attori, anche i personaggi sono ridicoli, i poliziotti sono talmente ebeti che sembrano addestrati da Daffy Duck; i sei amici protagonisti – tre coppie – sono stereotipizzati al massimo: c'è la solita coppia in crisi, la solita coppia "sporcacciona" che pensa sempre e solo a quello e la solita coppia perfetta, stile “love boat”, che ovviamente è quella formata dalla protagonista e il suo ragazzo. Per quanto riguarda la storia in se, pollice verso anche in questo caso: nessun colpo di scena in 90 minuti scarsi, il film è come una linea retta e dopo cinque minuti si capisce già cosa succederà e come andrà a finire la vicenda. Lo stratagemma con cui lo psicopatico riesce a dileguarsi dall'hotel sorvegliato dalla polizia è veramente inenarrabile per scontatezza... vi giuro che quando l'ho visto, ho preso a testate il muro! Oltre alle abilità registiche e narrative, il regista Nelson McCormick deve avere dimenticato nel cassetto anche quelle riguardanti il gore, perché dire che gli omicidi siano poco ispirati è un eufemismo, essi sono la parte peggiore del film (ovvero non c'è limite al peggio...), e per una pellicola del genere non vi è peccato più grave! Di certo non avrebbero risollevato le sorti di un film troppo brutto per essere vero, però qualche bella uccisione efferata e ben filmata sicuramente avrebbe fatto ingoiare un po' più facilmente l'amarissimo boccone. Se proprio proprio la storia vi intriga virate la vostra attenzione sull'originale Non entrate in quella casa, mediocre pure esso, ma nettamente superiore al rifacimento. Conclusione: da evitare come la peste.

26 commenti:

  1. Bella recensione.
    Te ne sarà grata la casa produttrice!!!

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  2. Vai avanti così che hai stoffa!!! Conoscenza, fantasia e battute al vetriolo...la formula perfetta!! Sei all'inizio... ma a mio parere sulla buona strada!!!

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  3. Certo che iniziare un blog sul cinema con una recensione negativa non è il massimo per i neofiti di cinema.

    Comunque in generale la recensione/stroncatura del film (ultimo paragrafo per intenderci) mi è piaciuta; divertente e diretta.
    La prima parte del post è molto interessante però ti dilunghi un po' troppo, eccedi in divagazioni; ma forse questo, e parlare da solo, fanno un po critico che vuole essere più "figo" dei critici colti.

    A proposito di remake, da inesperto di cinema e premettendo che non ho visto nessuno dei due film, ti domando: guardo Vanilla Sky o l'originale Apri gli occhi? Quale dei due è meglio secondo te? O e meglio che non li vedo entrambi e rimango nella mia beata ignoranza?



    Un saluto
    Dave

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  4. Bravo gringo! Bella recensione - stroncatura (anche se il mio giudizio non vale un granchè)!

    Mr B.

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  5. Bravo pippo mi piace la tua ironia.
    Il film (ovvio) io non l'ho visto e sui remake non sarei così deciso...secondo me il grosso problema è il remake nei film del genere horror che già di loro seguono sempre lo stesso canovaccio (ma a me non piace il genere quindi il mio pensiero può essere condizionato)...i remake di commedie da umile appassionato, sempre secondo me, risultano a volte + riusciti e quindi non così male rispetto agli originali ma anche e sopratt perchè leggermente diversi nelle interpretazioni dei personaggi e altri particolari.

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  6. Bravo Pippo bella recensione...
    Continua così
    Speck

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  7. Ciao Dave "Barba" Losa, ti rispondo subito. L'iniziare con una recensione negativa era preventivato, visto il film, ma non stabilito a tavolino.. e non credo che faccia molta differenza iniziare con una recensione negativa piuttosto che positiva! Per quanto riguarda Apri gli occhi o Vanilla Sky.. è una scelta strana da fare. Premetto che li ho visti, ormai, qualche anno fa, quindi la mia memoria potrebbe essere annebbiata. Allora ti dico subito che come storia vi sono pochissime differenze (tra l'altro Penelope Cruz interpreta lo stesso personaggio in entrambi i film), quello di Alejandro Amenabar è un po' + cupo, meno spettacolare ma forse è anche un po' più approfondito; mentre quello di Cameron Crowe è fatto meglio fisivamente, parlo in senso estetico. Non sono dei capolavori entrambi, xò son guardabili.. forse un pochino meglio quello di Amenabar.
    Comunque come dice Dani Frisco: rimanere nella beata ignoranza è sempre un male! :)

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  8. Ciao AP, che nome in codice. :)
    Sono d'accordo con te sul fatto che il genere horror sia ormai da anni logoro.. e non e facile esser innovativi. E' proprio per questo che ci si rivolge ai remake! Perchè é difficile trovare idee nuove valide.. Ma come ho scritto nel mio post i remake - se ben fatti - non sono un male perché permettono alle "nuove leve" di guardare una nuova versione - modernizzata ok - di vecchi cult di cui magari ne avevano sentito solo parlare. Poi sono convinto che se il remake è ben fatto, per chi l'ha visto passare da esso al film originale penso che sia un passo breve e quasi istintivo! Il problema è il largo e maldestro utilizzo del remake che si sta facendo in questi anni, ma lì si tratta semplicemente di "vile denaro", perchè è innegabile che i remake, spesso e volentieri, guadagnino parecchi quattrini.
    Per quanto riguarda le commedie, non sono molto esperto.. però penso che + o meno il "modus operandi" sia lo stesso..

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  9. Interessante recensione....anche se non sono molto preparata in materia devo dire che è affascinante....;)-T.

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  10. Da capra cinematografica quale sono ti faccio i complimenti x le tue conoscenze e le battute che meritano veramente, ma ti prego la prossima volta scrivi un pò + in grande mi è venuto mal di occhi.

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  11. Direi un buon lavoro, caro Pippo!!
    Forse in alcuni tratti un pò troppo discorsivo, ma io che sono ignorante in termini di cultura cinematografica, ho gustato tutte le citazioni specifiche.
    ...primo fra tutti, incuriosire e "tentare" coloro che non hanno visto la pellicola originale...
    Su questa il mio pensiero è volato al mio film preferito (L'allenatore nel pallone) vittima di un sacrilegio con il suo remake... NIENTE DI PERSONALE, PERO' A VOLTE E' MEGLIO LASCIARE INTONSA LA PRIMA VERSIONE PER NON FARNE DIVENTARE UN'ABOMINEVOLE SCEMPIO!
    Dettò ciò, amico mio POLLICE IN SU...

    Attendendo ulteriori suggerimenti/castrazioni!

    Sergione

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  12. Bravo, bella recensione: giusta ironia, scrittura scorrevole e in certi momenti piuttosto divertente anche per chi non ne sa molto di cinema.Continua così! Resto in attesa del tuo prossimo consiglio (o meglio sconsiglio)per la visione. Ciao, sei forte!

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  13. Per citare una tua espressione: questa recensione è veramente di "serie Zzzzzzzzzzzzz"!!! ahaha scherzo....complimenti non c'ho capito un h ma complimenti al Dottor Pippo!
    Beth

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  14. Grande Pippo!!!
    Bella recensione ...divertente e schietta!!! a quando la prossima??
    Ciao grande!!!!
    Rivo

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  15. parlero' della parte tecnica del blog,sicuramente carino,non ti voglio dare consigli,il mio e' solo un punto di vista,secondo me siccome gli internauti sono abbastanza schizzati,se vedono articoli troppo lunghi scappano via e il colore rossonero cambialo. per il resto e' carino veramente.

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  16. Ciao! Il problema della lunghezza dei post me l'hanno già detto in molti in effetti. Ma non posso farci niente, quando inizio a scrivere mi vengono in mente 1000 idee, ed è già difficile selezionare le migliori... Ti assicuro che meno di così non riuscirei a scrivere!
    Mmm, il rossonero non ti piace? Lo so che è meglio il bianconero, xò il blog è tutto tendente al rosso... e un altro colore credo proprio che stonerebbe! :)

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  17. non c'e' un rosso che risalti di piu'sul nero?
    mi sembra che il nero assorba un po' questo tipo di rosso.comunque il blog e' molto apprezzabile

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  18. Di cinema non me ne intendo molto, seguirò il tuo blog per culturalizzarmi di più. Grande Pippo!

    Antonio

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  19. Il post è lungo. Troppo. Purtroppo la parte iniziale si dilunga in commenti che poco hanno a che fare con la recensione ed il film stesso. Dimostri una buona conoscenza storica del cinema, ma forse tendi troppo ad autocompiacerti. Dovresti decidere da che parte vuoi stare: quello che parla "da solo" (tono goliardico) o quello che prende il film e lo distrugge con commenti al vetriolo.
    In una recensione così lunga mi sarebbe piaciuto leggere anche qualche commento "tecnico" sulle riprese o sulla regia.
    A mio modesto parere sono due post in uno: una recensione e un post che dovrebbe stimolare la discussione sui remake. La prossima volta dividili. Penso tu possa fare meglio, con le conoscenze e la passione che hai e che ci metti. Aspetto con ansia la prossima recensione.
    t.

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  20. Il blòg è veramente molto carino e la recensione interessante e originale, soprattutto nel linguaggio e nelle battute al vetriolo (suo elemento caratterizzante), bella l'idea di recensire anche film praticamente sconosciuti. Però smettila di stroncare i film che mi consigli di vedere perché non mi ritieni all'altezza di alcuni film da snob che guardi tu!!!
    Alla prossima recensione,

    Jimmy

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  21. continua cosi pippo....avanti cosi ottime recensioni...la stoffa c'e!!

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  22. Bravo Filippo..bella recensione, non sapevo esistesse un rifacimento del film "Non entrate in quella casa" che ho visto tra l'altro. Lo cercherò sicuramente per vederlo. Continua così..

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  23. Premesso che non ho visto il film...e credo che dopo quanto hai scritto, non mi verrà neanche voglia di vederlo, ma mi hai incuriosito riguardo all’originale!! Devo assolutamente recuperalo, perché seppur come dici te, mediocre, avrà secondo me quel fascino retrò degli horror anni Ottanta...e la presenza della Curtis suscita curiosità cmq...ovviamente spero di non trovare poliziotti addestrati da Duffy Duck, o come direbbe Caprara, una “performance cinefila punitiva!".
    Diversamente mi trovi d’accordissimo sul discorso dei remake...non a caso non vedo l’ora di veder Halloween II di Rob Zombie (mica bruscolini!!)...
    Anyway recensione sagace ed intelligente!
    Good :)
    Dav

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  24. Anch'io apprezzo Rob Zombie! Secondo me lui, Alexandre Aja (Alta tensione, Le colline hanno gli occhi) e Neil Marshall (Dog Soldiers, The Descent) sono il futuro del genere horror. Senza dimenticare Eli Roth che con i due Hostel non avrà fatto capolavori, ma comunque di talento ne ha parecchio.

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  25. Da poco, per sbaglio, mi sono imbattuto su questo filmaccio! Ricordavo tua recensione...ma non pensavo che fosse veramente così brutto!!!!! Panico!! È un ibrido tra thriller, horror e teen comedy, ma, aimè, non ne definisce nessuno in maniera convincente! Non ce suspense, non gore, non c’è humour... Non fa saltar sulla sedia...i protagonisti non hanno neanche le classiche caratteristiche dei film per adolescenti!! Insomma nel film il nulla vige sovrano!!! Concordo in pieno sul fatto che sia da evitare come la peste!!
    Davide

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